Docente del corso ECM “Tra desiderio e paura della libertà. Il percorso incompleto di riconoscimento nella forma della fusione”

Docente: Prof. Gabriele Chiari

Destinatari: psicologi, psicoterapeuti

Numero destinatari: massimo di 25, minimo di 20.

Descrizione del corso:

Dal 2015 G. Chiari propone una rilettura clinica delle traiettorie di sviluppo delle persone nei termini di Percorsi Incompleti di Riconoscimento. Tale ipotesi rappresenta una ulteriore elaborazione della psicoterapia narrativo-ermeneutica.

Il Riconoscimento Completo può essere descritto come una esperienza di mutualità nelle relazioni precoci, intesa come la possibilità di riconoscersi come dipendenti l’uno dall’altro e, allo stesso tempo, pienamente distinti e individualizzati. Le esperienze di riconoscimento incompleto si costruiscono nelle direzioni del mis-riconoscimento: il polo della fusione e quello dell’auto-affermazione nella solitudine.

La proposta di G. Chiari si articola in tre ipotesi distinte ma legate da aree di continuità: i percorsi incompleti di riconoscimento nelle forme della fusione, del disprezzo, e della negligenza.

Finalità del corso:

Il corso ha come finalità quella di approfondire l’uso clinico del percorso incompleto di riconoscimento nella forma della fusione, attraverso la riflessione teorica, la supervisione di gruppo e l’analisi di esempi clinici presentati dai corsisti, e le implicazioni di tale ipotesi di costruzione professionale nelle scelte di conduzione del percorso terapeutico.

Obiettivi:

  • Approfondire la costruzione professionale inerente al percorso incompleto di riconoscimento nella forma della fusione
  • Sperimentare l’uso di tale costruzione nell’analisi di casi clinici.

Programma del Corso:

1 incontro di 8 ore: totale 8 ore

Rilascio crediti ECM

Forma residenziale: 12

FAD: 9

Valutazione finale:

Questionario a risposte multiple

Date del corso:

Sabato 13 maggio 2023 (orario 10.00-19.00)

Sede del corso: SE S.r.l. – Centro Studi di Psicologia e Psicoterapia Costruttivista Narrativo Ermeneutica, Via Spartaco Lavagnini 13, Firenze.

Docente del corso ECM “Il ‘peso specifico’ dell’amabilità: i disturbi alimentari

Obiettivi
La proposta formativa è finalizzata a offrire la possibilità di immergersi nell’esperienza personale della pratica professionale in gruppo con lo scopo di ampliare il bagaglio di conoscenze teorico-cliniche in ottica costruttivista, attraverso dispositivi riflessivi.  Il corso si propone di sollecitare pratiche di autoanalisi e di ermeneutica del sé professionale utili a sostenere le decisioni e le azioni nei vari contesti di lavoro clinico e in contesti non terapeutici con adolescenti e giovani adulti.

Metodologia
Il corso si articolerà in 2 giornate da 8 ore ciascuna.
La metodologia si fonda sulla Riflessione-nel-corso-dell’azione, attraverso un continuo approfondimento teorico e pratico sulle pratiche cliniche. Saranno previsti:
Passaggi teorici con esemplificazioni e rielaborazioni di casi clinici
Supervisioni di esperienze cliniche portate dai docenti o dai partecipanti
Analisi di processi terapeutici e di pratiche conversazioni
Esperienze di/in gruppi di discussioni e riflessioni sulle pratiche cliniche.

IL PROGRAMMA DETTAGLIATO
1) I DISTURBI ALIMENTARI NELL’OTTICA COSTRUTTIVISTA NARRATIVA
Prima giornata sabato sabato 28 maggio 2022 inizio alle 9:15 e fine alle 18:30 con Gabriele Chiari
A.   I disturbi alimentari psicogeni sono sempre più frequenti e con esordio sempre più precoce. La situazione pandemica ha ulteriormente incrementato l’incidenza di questo disturbo. Data la complessità del quadro clinico e della relazione terapeutica molti professionisti sentono la necessità di approfondire questa tematica e di elaborare lenti interpretative efficaci per un utile intervento terapeutico.Verranno esaminate nella prima giornata le teorie che altri orientamenti clinici propongono rispetto ai disturbi alimentari, confrontandole con quella del costruttivismo narrativo. Il costruttivismo narrativo, con le ultime elaborazioni teoriche narrativo-ermeneutiche, pubblicate proprio dal docente, Gabriele Chiari, sul riconoscimento, offre una lettura originale e rigorosa dei disturbi alimentari che permette un approccio clinico centrato sulla relazione terapeutica, come possibilità di favorire una nuova esperienza di relazione interpersonale, all’interno della stanza della terapia. La disponibilità di sedute trascritte consente un’analisi puntuale e approfondita di alcune dimensioni di significato, centrali in questo tipo di disturbo.

I partecipanti possono confrontarsi con i docenti e con gli altri colleghi sui loro casi clinici.

9:15-11:15      Le letture “tradizionali”: La lettura psichiatrica; La lettura cognitivo-comportamentale; La lettura psicoanalitica; La lettura della teoria dell’attaccamento; La lettura sistemico-relazionale; La lettura della psicologia dei costrutti personali

11:30-13:30    La lettura narrativo-ermeneutica (con la trascrizione di frammenti di sedute)

Una trama di dimensioni di significato: La comprensione; L’accettazione; Il rispetto; La fiducia; La diversità.

14:15-15:15    La radice relazionale: il disprezzo

15:15-16:15    Il trattamento

16:30-18:30    Supervisione di casi clinici

Docente del corso ECM “Corso di base sugli sviluppi narrativi della psicoterapia dei costrutti personali”

La teoria dei costrutti personali formulata da George A. Kelly negli anni ’50 del secolo scorso si è affermata negli ultimi decenni come una delle più rigorose e innovative espressioni del costruttivismo psicologico, dando vita ad una vasta e specifica psicologia e ad un approccio psicoterapeutico che si basa su una concezione della conoscenza intesa come costruzione personale dell’esperienza e su una visione della persona come attiva creatrice del suo mondo.

Praticata in diverse parti del mondo (soprattutto nel Regno Unito, in Spagna, negli Stati Uniti e in Australia), la psicoterapia dei costrutti personali è particolarmente diffusa in Italia – dove è stata introdotta nei primi anni ’80 da G. Chiari e da M. L. Nuzzo – grazie alle Scuole di specializzazione in cui viene insegnata dal 1993.

Ma la psicoterapia fondata sulla teoria di Kelly insegnata nei corsi diretti da G. Chiari e dai suoi collaboratori presenta una particolarità: una elaborazione in chiave costruttivista narrativa che recupera gli aspetti fenomenologici, evolutivi e relazionali appena abbozzati nella formulazione originaria. Di questa elaborazione sono un esempio la descrizione di percorsi di riconoscimento, che si accompagnano ad un diverso modo di concepire i disturbi personali e di costruire la relazione terapeutica. Il corso si prefigge di descrivere il passaggio dalla psicoterapia dei costrutti personali alla psicoterapia costruttivista narrativa mostrandone le implicazioni sul piano clinico e terapeutico, anche con il contributo dei partecipanti. Per questi motivi, è richiesta una conoscenza di base della teoria e della psicoterapia dei costrutti personali.

Docente del corso ECM “La corporeità nella prospettiva narrativo-ermeneutica: presupposti teorici e implicazioni clinico-terapeutiche”

Dati i presupposti epistemologici della psicoterapia narrativo-ermeneutica, la comprensione e il trattamento dei fenomeni “psicologici” che coinvolgono la corporeità assumono una forma del tutto peculiare.

Nella prima parte della relazione vengono passate in rassegna le riflessioni filosofiche sulla corporeità (in particolare di Husserl e di Merleau-Ponty), per arrivare ad una ridefinizione della nozione kelliana di ruolo in termini di socialità incarnata come suggerito da Butt.

Nella seconda parte viene esposta la soluzione costruttivista kelliana del problema mente-corpo e vengono presentati i limiti delle soluzioni interazioniste e riduzioniste dominanti. Un elenco dei fenomeni “psicologici” nei quali è implicata la corporeità fa da premessa alla presentazione di tre possibili approcci al loro trattamento. A scopo illustrativo vengono prese in considerazione le emozioni, gli attacchi di panico e i disturbi cosiddetti psicosomatici. La terza parte sarà dedicata alla supervisione di casi clinici portati dai partecipanti, ai quali si cercherà di applicare le considerazioni fatte nella parte teorica.

Docente del corso ECM “I percorsi di riconoscimento II”

Il Riconoscimento Completo può essere descritto come una esperienza di mutualità, intesa come “la possibilità di riconoscersi come dipendenti l’uno dall’altro e, allo stesso tempo, pienamente distinti e individualizzati”; le esperienze di riconoscimento incompleto si costruiscono nelle direzioni del mis-riconoscimento: il polo della fusione e quello dell’autoaffermazione nella solitudine (Chiari, 2015). L’ipotesi di base è che le persone che vanno incontro a un disturbo abbiano sperimentato una mancanza di mutualità nelle relazioni precoci con pregiudizio del completamento del processo di riconoscimento. Nei percorsi di riconoscimento incompleto le persone sono quindi impegnate a trovare, nell’incontro con la diversità dell’altro, un riconoscimento che potrà solo essere, poiché ricercato, una forma di appagamento, nei termini di una ricerca di visibilità sociale o considerazione.

Il corso, in questa seconda edizione, ha come finalità quella di approfondire la conoscenza e l’uso clinico dei percorsi di riconoscimento incompleto, soffermandosi nello specifico sul percorso di riconoscimento incompleto nella forma della fusione, della negligenza (come ipotesi meno frequente in ambiti di terapia privata), su esempi clinici “difficili da inquadrare” professionalmente in un’unica ipotesi, e sulle implicazioni nel percorso terapeutico (in termini di orientamento delle scelte attraverso le quali costruire un cambiamento).

Docente del corso ECM “I percorsi di riconoscimento”

Il Riconoscimento Completo può essere descritto come una esperienza di mutualità, intesa come “la possibilità di riconoscersi come dipendenti l’uno dall’altro e, allo stesso tempo, pienamente distinti e individualizzati”; le esperienze di riconoscimento incompleto si costruiscono nelle direzioni del mis-riconoscimento: il polo della fusione e quello dell’autoaffermazione nella solitudine (Chiari, 2015). L’ipotesi di base è che le persone che vanno incontro a un disturbo abbiano sperimentato una mancanza di mutualità nelle relazioni precoci con pregiudizio del completamento del processo di riconoscimento. Nei percorsi di riconoscimento incompleto le persone sono quindi impegnate a trovare, nell’incontro con la diversità dell’altro, un riconoscimento che potrà solo essere, poiché ricercato, una forma di appagamento, nei termini di una ricerca di visibilità sociale o considerazione.

Il corso ha come finalità quella di far conoscere tale elaborazione teorica in chiave narrativo-ermeneutica sulle traiettorie di sviluppo delle persone per consentire ai terapeuti una ulteriore opportunità di comprensione professionale e di costruzione di percorsi di cambiamento terapeutico.